.
Benvenuto, serve aiuto? Clicca qui Benvenuto! Registrati oppure
Accedi attraverso il Gustanetwork

Via Marano, 4, Marano di Valpolicella, VR
Valutazione:
Consigliato!
Prezzo a persona:
5.00 €
Servizio utilizzato:
Commenti:
(10) vai ai commenti
Tag assegnati:

carolingio

ha visitato il locale il 23/11/2010 carolingio avatar
327 Recensioni scritte dal 21/12/2009 7640 Punti


Finalmente una prova di cultura legata al buon bere, anche nel deserto di queste parti (deserto non del bere).
Si tratta del Valpolicella Film Festival, una rassegna di cortometraggi inediti, uniti alla degustazione di vini di diverse cantine, nella bella sala cinematografica parrocchiale. Collaborazione con Filmz (Festival Cinematografico di Magonza), con tanto di premiazione finale al corto migliore.

Non è una cosa facile. Il cortometraggio sta al film come un racconto sta ad un libro. Ieri sera ne abbiamo visti sette, dai cinque ai venti minuti di durata. Le conclusioni rimangono spesso nella cinepresa.
Anche la cantina, che per questa prima serata è la Tenuta Santa Maria Valverde, ha scelto le stesse modalità: solo Superiore e Ripasso, niente visioni più ampie di Recioto o Amarone. Due bicchieri... e mancanza di grissini, o di qualcosa di simile. Devo segnalarla come carenza di attenzione, perché notevole - ed era prevedibile - è stato il prosciugamento di carboidrati dovuto al lavorìo intellettuale per la visione. Ma sono agli inizi e li giustifico.

Il richiamo del tordo la ragazza francese l'aveva nascosto dentro un vasetto di vetro sepolto sottoterra nella foresta, ai piedi di un albero. Ora lo ritrova e viaggia con i ricordi di suo padre, cacciatore parecchio villano e despota con lei, che uccideva uccelli in quello stesso punto, sparando e spaventandola. Ora però lo vede anche con occhi diversi, comprendendone solitudine e debolezze.
Il secondo è americano. Titolo: “Come mettere il casco”. Svolgimento: immagini senza persone di un viaggio in Italia, prima in aereo, poi in treno, poi in metro, poi a piedi... Chi ricorda il giudizio finale di Fantozzi su “La corazzata Potëmkin”... non sa cosa ha perso.
Per chi non lo ricordasse: http://www.youtube.com/watch?v=BCztQYzz3AA ( emoticon )
Il terzo è parlato in tedesco, con sottotitoli in inglese che scorrevano via più veloci della luce. Una famiglia sta sempre litigando. Va a fare una gita in una zona di bassa marea, sul Mare del Nord presumo. A forza di litigare, arriva l'alta marea e loro si trovano alla deriva su un pallet di legno.
Ha un senso.

Il Superiore della Tenuta Santa Maria Valverde l'ho bevuto alla fine. Era del 2008, di un rosso tra il carminio e il rubino. Non ho potuto leggere la gradazione sulla bottiglia, ma credo fosse di 12,5 - 13 gradi. Profumo intenso e netto, sapore da ciliegia, tendente a manifestare una certa acidità, anche all'odorato. Il mescitore mi ha detto che, per questo, potrebbe durare vent'anni (io ho qualche dubbio) e che è stato affinato per un anno circa in acciaio. Molto gradevole comunque.

E' seguito un altro corto di cinque minuti impostato su decine di manifesti fotografici di seni femminili e sullo sguardo di un osservatore maschio, allampanato e attratto dalle diverse fogge delle tette ritratte, mentre suo figlio, di undici dodici anni, lo tira via, spiegandogli che si sta parlando del problema del cancro al seno, dovuto al superinquinamento del 2060. Saggia ironia e messaggio chiaro.
Segue “Lavoro per tutti”: in piena crisi economica, un giovane trova lavoro per fare il badante di un vecchio in carrozzina che di mestiere fa il cacciatore di zombies. Mentre il vecchio spacca teste con un fucile a molla e squarta braccia come The Jackal, schizzando sangue qua e là, l'altro rilascia un'intervista. Simpatico, demenziale e triste: cosa non si fa per lavorare al giorno d'oggi.
Sorvolo su una natura morta che l'autore ha cercato inutilmente di spiegare in cinque minuti (inutilmente per me) e si arriva al gran finale: l'amore è una cosa meravigliosa, soprattutto se dettato dalle note di una canzone. Solo che la protagonista, molto bella, si lascia andare ad un specie di musical mellifluo che sconquasserebbe anche gli animi più ben disposti verso l'amore e la musica. I cuoricini rosa in sovrimpressione lo salvano un po', per la satira evidente.

Ancora tra lo sconvolto e il meditabondo, mi rifugio nel Ripasso, sempre del 2008, ho idea di un mezzo grado in più rispetto al precedente Superiore. Ha profumi più marcati, lo stesso colore dell'altro, forse leggermente più scuro, affinato, mi vien detto, in legno invece che in acciaio. Più speziato. Il ripasso avviene sempre su “graspe” dell'amarone non pressate. Direi, meglio del precedente.
Mentre il primo proviene da vigneti circostanti Valgatara, il paese della “gelateria” per chi la conosce (posso dir così?), il secondo è fatto con uva proveniente dalle colline più in alto, sopra la trattoria Ai Torcoli. Diversa quota, sole e temperature diversi e diversa anche la composizione del terreno.

Cinque euro il costo del tutto, due calici (e, volendo, anche più) di vino di qualità, con un'ora e venti di proiezioni.
Al di là della facile battuta, che a volte prende anche me, scopro che il corto lascia quasi più pensare del film e comunque ho fatto i complimenti ai giovani che hanno organizzato questa cosa.
Per un giudizio più completo sui prodotti della cantina, cui ugualmente vanno i miei complimenti, occorrerebbe assaggiare dell'altro e conoscere i prezzi, ma ritengo in ogni caso positivo l'accostamento tentato.


Consigliato!

permalink a questo commento

[Lucy...ah]
24/11/2010
Interessante iniziativa quella di abbinare la visione di corti alla degustazione, la prossima volta però portatevi qualcosa da sgranocchiare da casa.....
Caroool il Ripasso mi piace parecchio, mi potresti suggerire una cantina valida?
permalink a questo commento

[carolingio]
24/11/2010
Quante ne vuoi, sia di valide, che di stravalide emoticon emoticon
(ci sentiamo su outlook o p.i.)
Di solito qui, data la potenza dei vini, danno sempre qualcosina da mangiare... invece stavolta ci siamo dovuti cibare solo di cortometraggi emoticon
permalink a questo commento

[golosona]
24/11/2010
Ciao Carol, interessante e lodevole iniziativa ma..... di' la verità, per te ogni scusa è buona per andar per cantineemoticon
permalink a questo commento

[carolingio]
24/11/2010
Diciamo che ho unito l'utile all'utile e dittevole emoticon emoticon
permalink a questo commento

[Alfi]
24/11/2010
Ehi, carol,

"galeotti furon i films ....": ogni pretesto è buono per una sana schiccherata di buon vino ...

Comunque quando ripassi ... dal Ripasso .... dacci una voce che facciamo un salto, così potrai completare la degustazione !emoticonemoticon
Non credo che i precedneti commentatori si tirerebbero indietro ...emoticon

permalink a questo commento

[carolingio]
24/11/2010
Dittetelllevoteleeeeee... emoticon emoticon
permalink a questo commento

[Alfi]
24/11/2010
ermetico ... : che linguaggio è?emoticon
permalink a questo commento

[carolingio]
24/11/2010
E' che ho ancora la tastiera IMPASTATA dal vin emoticon emoticon
permalink a questo commento

[furzeina]
25/11/2010
Vino tosto,senza nemmeno l'ombra di uno stuzzichino...e successiva visione cinematografica!?E' stato un modo di riprodurre le varie opere in 3D con poca spesa!?emoticonemoticon
permalink a questo commento

[carolingio]
25/11/2010
No dài, è stato il contrario, prima la proiezione e poi il vino e poi... il letto emoticon emoticon