Ohh Bene! Penso proprio che questa sarà una recensione fulcro di qualche dibattito (o forse no! Vedremo...), ma è la mia occasione perfetta per fare chiarezza su alcune cose.
Ieri sera c'era un'occasione da festeggiare: un esame andato bene! Dovevo essere in qualche modo "premiata"!
Inoltre, come avrete potuto constatare era una giornata piuttosto uggiosa, quasi autunnale direi.
Autunno per me vuol dire una sola cosa: BORLENGHI!!!
Sono in assoluto il mio piatto preferito! Ho un vero e proprio debole, quando li facciamo in casa, mi fermo solo quando è finita la "colla" (sarebbe l'impasto).
Bene, quindi decidiamo: borlenghi siano!
Arriviamo al locale e notiamo che fuori ci sono molte macchine parcheggiate a lato strada: non c'è un parcheggio, ma poco male, ci adeguiamo! Entriamo, ovviamente senza aver prenotato, ma fortunatamente troviamo subito posto!
Il locale è molto semplice, pulito con ambienti abbastanza piccoli, probabilmente comincia ad avere qualche anno a giudicare da pavimento ed infissi, ma si vede comunque l'impegno nei particolari (intonaco, lampadari etc..) per cercare di renderlo più attuale.
Ordiniamo dal menù pinzimonio, crescentine, un tagliere "piccolo" di salumi, borlenghi, una birra media per il mio ragazzo e acqua naturale.
Ci viene spiegato che i borlenghi vengono serviti "ad oltranza": la cameriera passa e se lo vuoi te lo lascia altrimenti va ad altri tavoli. A questa notizia le mie papille gustative brindano e si abbracciano felici, il mio stomaco si rassegna preoccupato!
Arrivano i primi 2 borlenghi abbastanza velocemente, ma non sono borlenghi! Sono Zampanelle! Cosa ben differente dai borlenghi! Lasciatemi fare una prima precisazione visto che sono un piatto originario della mia amata montagna: i Borlenghi sono leggermente più spessi e vengono cotti da 2 "cottole" pesanti, si condiscono comunque con lardo e parmigiano ma non si sbriciolano come le Zampanelle, le quali invece vengono cotte nel "sole": un grande padellone nel quale viene "spuzzato" un velo sottilissimo di impasto molto più liquido della colla dei borlenghi e che quindi non necessita di essere girato durante la cottura, anche perchè si sbriciolerebbe!
Tranquilli! Non sono rimaste lì! Amo anche le zampanelle, ma non chiamatele borlenghi.
Il pinzimonio e le crescentine ci mettono molto ad arrivare, infatti nel frattempo riusciamo a mangiare un altro borlengo a testa, dopo il quale ci fermiamo per non rovinarci il resto. Finalmete arriva la parte restante della cena e ci buttiamo sulle crescentine: molto buone, lievitazione e cottura perfetta. I salumi (prosciutto crudo, coppa e salame) sono tutti molto buoni e la quantità mi è sembrata quella giusta! Le verdure del pinzimonio erano fresche e ben pulite!
Non abbiamo ordinato altro. Soddisfatti e con la pancia piena ci alziamo e ci facciamo fare il conto: 35 Euro.
Ora, un'altra puntualizzazione: come avrete notato ho chiamato "crescentine" quelle che oramai tutti chiamano ERRONEAMENTE "tigelle".
Sono tristemente rassegnata a questa battaglia che ogni buon montanaro tenta invano di portare avanti da anni. Non pretendo, farmi ambasciatrice della crescentina nel mondo, però ci tengo a sottolineare che la tigella è l'antico strumento in cui le crescentine venivano cotte quando si doveva fare a meno del "Tigelmatic". E' un disco di terracotta che veniva tenuto in caldo nelle braci o sul focolare. Venivano poi impilati alternando le tigelle calde alle crescentine permettendo a queste ultime di cuocersi. Alcuni racchiudevano le crescentine tra 2 foglie di castagno secche in modo che non fossero a diretto contatto con la terracotta, sostenendo inoltre che così facendo venisse conferito al prodotto un aroma molto gradevole.
Spero di non aver reso la recensione particolarmente "pesante", scusatemi, ma ci tenevo!
:D
Consigliato!
[Reginalulu]
12/06/2011