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La lavagna - Modenesità

Da « Fini » al gioren ed Sant'Antanni - Gianni Cavani

GROG
Scritto il 17/01/2009
da GROG
Da « Fini » al gioren ed Sant'Antanni

Pranzo del gruppo dialettale « La Trivela » in occasione della consegna della « Trivella d'oro » al dott. Guglielmo Zucconi e al dott. Giorgio Fini, il 17 gennaio 1969.

I-m gìven che una volta i cuntadèin
i stèven in campagna propria mèl.
I vivivén ed pan, pulèinta e vèin,
e-ed quèlch prodótt dla tèra, naturèl.

Ma l'èter giórn' i m'han ciamè da Fini,
qui dla « Trivèla », a magnèr un pcòun,
perché i vlivén cunsgnèr « due trivellini »
a du mudnés famós : Fini e Zuccòun.

Per amór dal dialàtt i-ivn' anch pensè
�d fèr un disnèr, acsè, seinza pretés,
ch'a-1 fóss cumpagn a qui che in dal passè
i fèvn' i cuntadèin dal mé paés.

E a dir la veritè, a pariva ed stèr
pròpria in campagna. A gh'era ai trèv appésa
tanta « salumeria » a stagiunèr.
A gh'éra la bughèda lè destésa.

Sóvra la tèvla a gh'éra un po' d'urtaia.
E tra persótt, salam, caròt e ai,
a-s' samm méss tótt intóren a la tvaia,
cun una lèsta ch'l'a-n finiva mai.

Antipast. Chelzagat in un pgnatèin.
Panzatta, e pò sulzézza in un gran piat.
Zampòun coi dèint ed vécia, dal cudghèin.
Radécc, chérna ed maièl, purè ed patat.

Dal bròd in �na scudèla, di furmai.
Turté dla nòna, tórta col marèin,
e pir e pamm, e òvva e portogai,
e cafè negr', ed ogni sòrta ed vèin.

Che bòuna ròba, sana e genuina!
Ma a capirî che dapp un pranz acsè,
con ogni còsa ch'l'éra anch la pió fina
a-i éra sazi ancàra dapp du dè.

Adèsa, mè a capéss chi stéssen mèl
i cuntadèin d'na vòlta. Pòvra gèint !
S-i magnèven acsè l'éra già quèl
s'a-n gh'gniva tótti el stman un azidèint.

Modena, 19 gennaio 1969.
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[joy]
18/01/2009
Ciao GROG, penso che nella tua biblioteca non manchi il "lunario mirandolese" Al Barnardon!!!
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[bicio]
18/01/2009
non penso che arrivi fino a Modena. La tiratura è limitata alla bassa, a meno che.......
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[GROG]
18/01/2009
Non arriva fin qua, ne ho sentito parlare, sentirò da mio padre, magari abbiamo edizioni vecchissime.
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[bicio]
18/01/2009
se ne trovo una copia te la porto.
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[GROG]
18/04/2009

TRADUZIONE


Da "Fini" il giorno di Sant'Antonio

Mi dicevano che una volta i contadini
stavano in campagna proprio male.
Vivevano di pane, polenta e vino,
e anche qualche prodotto della terra, naturale.

Ma l'altro giorno mi hanno chiamato da Fini,
quelli della "Trivella", a mangiare un boccone,
perchè volevano consegnare "due trivellini"
a due modenesi famosi: Fini e Zucconi.

Per amore del dialetto avevano anche pensato
di fare una mangiata, così, senza pretese,
che fosse simile a quelle che in passato
facevano i contadini del mio paese.

E a dir la verità, sembrava di stare
proprio in campagna. Alle travi c'era appesa
tanta "salumeria" a stagionare.
C'era la biancheria là distesa.

Sopra la tavola c'era un po' di erbaggi.
E tra prosciutto, salame, carota e aglio,
ci siamo messi tutti intorno alla tovaglia,
con una lista che non finiva mai.

Antipasto. Calzagatti nel tegamino.
Pancetta, e poi salsiccia in un piattone.
Zampone con i fagioli rigati, cotechino.
Radicchio, carne di maiale, purè e patate.

Brodo in scodella, formaggio.
Tortelli della nonna, torta di amarene,
e pere e mele, uva e arance dolci,
caffè nero, ed ogni qualità di vino.

Che roba buona, sana e genuina!
Ma è ovvio che dopo un pranzo così,
nonostante fosse tutto molto delicato
ero sazio ancora dopo due giorni.

Adesso, capisco che stessero male
i contadini di una volta. Povera gente!
Se mangiavano così era ovvio
se gli veniva tutte le settimane un accidente.

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[benandante]
26/07/2009
Amici miei, se pensate che stanno chiudendo bottega, dopo anni in cui hanno sperperato tutto lo sperperabile, mi vengono i brividi.... ricordo ancora la pubblicità televisiva in cui un personaggio in frac rassomigliante a romolo valli pubblicizzava i tortellini fini come le "buone cose che si fanno a modena", poi quei tortellini erano chiusi in usa vergognosa sfoglia di grano duro, e dentro, bè, meglio non parlarne... roba da rogo delle streghe. Ero al pranzo inaugurale del nuovo stabilimento di albareto, al vecchio fini, quello dove oggi c'è l'unicredit, in largo Garibaldi, e debbo dire che mangiammo piuttosto bene. poi la follia degli autogrill nel meridione, in perdita altissima, la (s)vendita dell'hotel per ripianare il passivo, e ancora il lento scivolare, la scomparsa di Giorgio, il disinteresse e poi il disimpegno del resto degli eredi, la multinazionale del piffero, ed ora l'annunciata chiusura. un altro pezzo di Modena che se ne va. Oggi mi chiedo cosa ci stia a fare la camera di commercio, che dovrebbe almeno tutelare i prodotti di modena e che tace quando dentro ai tortellini che si fregiano del marchio modena viene messo fino al 50% di pangrattato. lasciatemelo dire con tristezza: se non tuteliamo le nostre eccellenze, meritiamo di perderle. Una prece.